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In questo post vorrei fare qualche riflessione a voce alta sul perché poche donne investono in startup in Italia.

Tra i Business Angel italiani, le donne sono il 14%, hanno un’età media di 63 anni e un passato da libera professionista. Per gli uomini l’età media è over 50 e hanno un passato professionale perlopiù in ruoli dirigenziali; attualmente svolgono prevalentemente la attività di business angel (42%) o imprenditore (31%).

Secondo le investitrici le tre principali barriere che impediscono ad un maggior numero di donne di diventare Business Angel sono:

  • scarsa conoscenza dell’Angel Investing come opportunità d’investimento (29%)
  • poco tempo da dedicare a questa attività (16%)
  • investimento percepito come troppo rischioso (14%)

Fonte: dati 2021 della survey IBAN

Facciamo parlare i numeri

Il Gender Equality Index è uno strumento per misurare il progresso dell’uguaglianza di genere in UE. L’Italia si piazza al 14° posto nella classifica generale, con un punteggio pari al 63,8%. Siamo sopra la media UE per Health, sotto la media UE per Money, Knowledge, Power e Time, e ultimi nel sottoambito Work. 

Gender Equality Index 2021 - Italy

Questi sono i dati ISTAT 2021 su occupazione, disoccupazione e inattività:

  • 49,4% tasso occupazione femminile vs 67,1% uomini
  • 10,8% tasso di disoccupazione femminile vs 8,9% uomini
  • 44,6% tasso d’inattività femminile vs 26,4% uomini
  • La prima causa di inattività per le donne sono i motivi famigliari. Per gli uomini è l’ultima.

L’Osservatorio CIDA (edizione 6 – maggio 2022 di Labour Issue) contestualizza molto bene i dati ISTAT. Le dimissioni volontarie e risoluzioni dei rapporti di lavoro di lavoratrici e lavoratori con figli tra gli 0 e i 3 anni, riguardano il 77,4% delle donne e il 22,6% degli uomini. La stragrande maggioranza è dovuto alla difficoltà di conciliare il lavoro con la cura della prole per ragioni legate ai servizi di cura (60%) e per ragioni legate all’azienda di lavoro (32%). C’è però una nota positiva: dal 2008 al 2020, le donne manager sono cresciute del 56,3% (anche se sono ancora solo il 19% rispetto al totale). C’è una maggiore presenza nelle fasce giovani: infatti le donne manager sono il 33% tra gli under 35 e il 27% tra gli under 40.

Il MISE ha pubblicato lo scorso 24 giugno il report Startup e Pmi innovative, in crescita primo trimestre 2022. Scorrendo velocemente i dati “le startup innovative con una prevalenza femminile – ossia, in cui le quote di possesso e le cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne – sono 1.870, il 13,0% del totale: incidenza nettamente inferiore rispetto al 20,6% osservato prendendo in esame l’universo delle neo-società di capitali.”

Report MISE - 1 trimestre 2022

Cosa possiamo inferire da questi dati?

La mancanza di servizi adeguati per la cura aumenta il carico famigliare (sostenuto in via maggioritaria dalle donne), che è il primo ostacolo nel mantenere un lavoro e avere una carriera professionale. Le ore perse infatti non sono solo quelle dirette del lavoro corrente, ma anche indirettamente quelle che possono essere dedicate allo studio e alla formazione in genere, alle trasferte, alla partecipazione ad eventi di networking e quant’altro. Tutte attività che consentirebbero alle donne di partecipare in modo più consapevole ai propri percorsi di carriera.

A luglio 2022 partirà la Certificazione di parità di genere, che prevede l’adozione di specifici KPI inerenti alle Politiche di parità di genere nelle organizzazioni, con l’obiettivo di portare l’Italia ai valori UE entro il 2025.

Le 6 Aree sono:

  1. Cultura e strategia
  2. Governance
  3. Processi HR
  4. Opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda
  5. Equità remunerativa per genere
  6. Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro

Questo è un primo deciso impegno della politica per monitorare e superare le barriere di genere in azienda.

La situazione è ancora più difficile per le donne founder, libere professioniste e imprenditrici: alle problematiche delle donne dipendenti si somma una minore tutela della maternità, previdenziale e della salute. Inoltre, spesso gli ostacoli sono anche culturali e sociali. Le donne che vogliono fare impresa tendono ad essere scoraggiate dalle persone che le circondano a favore di trovare un lavoro più “sicuro”. Che non vuol dire solo posto fisso (se ancora esiste!) ma anche in ambiti ritenuti tradizionalmente femminili (insegnamento, professioni sanitarie, ecc).

Negli investimenti le donne risultano più prudenti e tendono a cercare maggiori informazioni prima di decidere. Questo probabilmente perché di solito le scelte d’acquisto per la famiglia vengono prese dalle donne, che tendono a replicare lo stesso approccio negli investimenti finanziari. Un altro aspetto da non sottovalutare è che spesso le donne sono poco coinvolte nelle decisioni importanti che impattano la famiglia. Nel 43% dei casi è ancora l’uomo il più ricco della coppia e più di sette volte su 10 è lui che prende le decisioni finanziarie della coppia. Fonte: EDUCAZIONE FINANZIARIA

Il network fa la differenza

Sempre secondo la survey IBAN 2021, i tre canali più importanti l’ottenimento delle informazioni sulle opportunità di investimento sono:

  • Altri imprenditori 24%
  • Business Angel Network 18%
  • Professionisti 16%

Facendo un veloce calcolo, contando solo le prime tre voci, il network pesa per il 58%.

3 motivi per cui è importante fare business networking

  1. la fiducia è alla base delle relazioni umane, che sono personali e hanno un maggior impatto rispetto a quelle digitali
  2. partecipare agli eventi permette di raccogliere informazioni sull’andamento di mercato, nomi di startup su cui investire e contatti con cui instaurare una partnership
  3. la rete di conoscenze va alimentata e costruita nel tempo, per poter solidificare la nostra reputazione

Pianificare momenti d’incontro e coltivare relazioni di lavoro dovrebbe far parte degli obiettivi di ogni professionista. Non lo ripeterò mai abbastanza, ma noi donne in genere non facciamo networking al di fuori della famiglia, degli amici e a volte dei colleghi. 

QUINDI COSA POSSIAMO FARE PER AUMENTARE IL NUMERO DI DONNE BUSINESS ANGEL?

Abbiamo visto dai dati qual è la situazione attuale. Il cambiamento sta già avvenendo, ma ci vorrà ancora del tempo. Essere donna e avere una carriera è possibile. Le generazioni più giovani sono più istruite e consapevoli del proprio valore, ma devono comunque superare ostacoli di genere.

Bisogna lavorare a livello di sistema (individuo, famiglia, istruzione, istituzioni, aziende, associazioni):

  • Educazione finanziaria a partire dalle scuole dell’obbligo
  • Incentivi all’iscrizione delle ragazze a percorsi di studi e promozione della carriera nelle materie STEAM (Science, Technology Engineering, Arts, Maths)
  • Ridistribuzione del carico famigliare e diminuzione della pressione e delle aspettative sulle donne (single, sposate, madri)
  • Superamento degli unconscious bias (quell’insieme di pregiudizi che tutti possediamo e che quotidianamente ci influenzano sia nelle valutazioni positive che negative)
  • Policy di tutela della genitorialità nei luoghi di lavoro (congedo di paternità oltre il CCNL, procedure/attività per il back to work, coaching, part-time reversibile, smart working, piano welfare ad hoc, asilo nido aziendale)
  • Policy e misure a sostegno delle famiglie a livello nazionale (riduzione del carico fiscale, asili nido pubblici, servizi integrativi post-scolastici, attività ricreative e sportive)

Un altro fattore chiave è lavorare sulle singole donne, che devono avere il desiderio di mettersi in gioco e ripensare alla propria situazione personale. Chi sono? Quali obiettivi voglio raggiungere? Quali strumenti ho a disposizione per cambiare? Quale strategia posso implementare? Posso farcela da sola? A quali network posso appoggiarmi? Questa attività di auto analisi permette di valutare in modo più oggettivo le proprie potenzialità, superando la sindrome dell’impostore che attanaglia anche tante donne investitrici.

Sei una donna interessata a diventare Business Angel?

Esperienza manageriale (ancor meglio imprenditoriale), patrimonio personale adeguato e un solido business network sono elementi imprescindibili per un Business Angel.

Ecco cosa puoi far sin da subito, partendo da una semplice ricerca online:

  • migliorare le tue skill finanziarie e imprenditoriali
  • approfondire la legislazione in merito a startup innovative e investimenti agevolati (equity crowdfunding, incentivi MISE)
  • fare un assessment delle tue potenzialità di investimento (considera indicativamente un 5-10% massimo del tuo patrimonio totale)
  • contattare Angels4Women, associazione composta da Business Angel donne che vogliono investire in startup al femminile ad elevato potenziale di crescita

Puoi anche candidarti alla call 2022 EIT Women2Invest – Europe Wide internship programme for women pensata per formare donne interessate a lavorare nell’ambito del Venture Capital: c’è tempo fino al 31/07/22.

Selvaggia Fagioli

Selvaggia Fagioli

Sono una Innovation Change Manager, Strategy Advisor per Startup e Imprese, Scrum Master Certified. Co-founder di The Assistant Academy. Business Angel sensibile alle tematiche di genere e di sostenibilità.

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